Il Vangelo della Domenica

Ges� Misericordioso

ABITATI DALLA GLORIA DI DIO


Solennità di tutti i Santi

La festa di tutti i Santi ci ricorda le realtà ultime e il destino futuro che ci aspetta.
La prima lettura ci mostra la grande visione di Giovanni: quella “moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.”
Si parla anche dei 144mila segnati da ogni tribù dei figli d’Israele.
144mila è un numero simbolico che significa numero perfetto (= 12000 per le dodici tribù d’Israele) quindi non indica una limitazione numerica - come affermano i testimoni di Geova – ma simboleggia la pienezza finale dei salvati, che saranno molti, molti di più di 144mila.
Nella seconda lettura, san Giovanni, ci preannuncia lo straordinario destino di gloria destinato agli eletti: “Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma CIO’ CHE SAREMO NON è STATO ANCORA RIVELATO. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché LO VEDREMO COSI’ COME EGLI E’”. Promessa straordinaria: vedremo Dio faccia a faccia. Lo vedremo nella sua essenza quale Egli è. Avremo quel “lumen gloriae” che sopraeleverà le nostre facoltà intellettive, grazie al dono dello Spirito Santo, e ci permetterà di vedere Dio. E questa sarà la nostra gioia principale. Ma ci sarà anche la gioia secondaria di vederci tra di noi.

* Santità: attributo divino
La festa di tutti i santi ci ricorda che dobbiamo desiderare diventare santi. E dobbiamo chiederlo perché è anzitutto dono di Dio. Ci vuole anche la nostra cooperazione, certo, ma sappiamo benissimo – come dice un adagio domenicano – che anche la corrispondenza alla grazia, è grazia. Essere santi è partecipare alla santità di Dio. A rigor di termini, la santità è attributo esclusivo di Dio: “Tu solo il Santo, tu solo l’Altissimo, Tu solo il Signore”. Noi diventiamo santi perché partecipiamo alla santità di Dio come il vetro partecipa alla luce del sole. Quando il vetro è totalmente investito dalla luce del sole, non si distingue più l’uno dall’altro, ma la luce è il sole, non il vetro. È così per la santità: noi saremo talmente investiti e, per così dire trapassati da Dio (così come la luce trapassa il vetro), da diventare come Lui, ma la santità è Lui. Noi siamo chiamati a diventare Dio per partecipazione, come il vetro partecipa alla luce del sole.

* Portata eterna delle nostre azioni
Ecco perché le nostre azioni di quaggiù, non hanno solo una portata temporale, ma hanno una portata eterna, cioè: non durano solo quel tempo materiale che ci mettiamo per farle (do un bicchiere d’acqua e ci metto 5 secondi, vado a trovare un ammalato e ci metto dieci minuti ecc.), ma hanno una portata eterna, perché costruiscono il nostro destino eterno e ci seguiranno oltre i confini del tempo e dello spazio.
L’unico modo per far camminare la Chiesa e far avanzare Regno di Dio è quello di diventare santi: il motore della Chiesa è la santità. “Un atto di amore puro – diceva san Giovanni della Croce - è più utile alla Chiesa che tutte le opere riunite”. Verità ribadita con forza dal Vangelo odierno delle beatitudini e dal versetto del Salmo: Beati i puri di cuore perché vedranno DIO


WILMA CHASSEUR

 

    Domande della settimana:

    • 1) I Santi sono pochi o tanti? (Mt)
    • 2) Qual è la loro gioia principale?
    • 3) Chi sono i 144mila?







Matteo

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